Il castello dei gatti ha origini molto antiche: si pensa che il primo nucleo sia stato un torrione costruito intorno al X secolo, per difendere il territorio dai saraceni e dai longobardi. Il castello fu poi ampliato e ristrutturato nel corso dei secoli, assumendo l’aspetto attuale nel XIV secolo, quando fu edificato il corpo principale con la torre quadrata, il fossato e il ponte levatoio. Il castello fu di proprietà di diverse famiglie nobili, tra cui i Guasco, i Fieschi, gli Spinola e i Doria, che lo usarono come residenza signorile e come fortezza militare. Il castello ebbe infatti una grande importanza strategica, essendo situato ai confini tra la Repubblica di Genova, lo Stato Sabaudo e i vari Ducati lombardi. Il castello fu teatro di numerose battaglie e assedi, soprattutto durante le guerre tra Genova e Milano, e tra Genova e il Piemonte. Il castello vide anche la nascita e la presenza di uomini illustri, come i discendenti di Luchesio, Franco, Oberto e Tobia, che furono uomini d’armi e comandanti di milizie al servizio di Genova. All’interno del castello esisteva anche un carcere, detto “Il Fornetto”, dove venivano rinchiusi i prigionieri di guerra. Il castello è attualmente di proprietà del conte Cesare Giriodi Panissera di Monastero, che lo ha ereditato dalla cugina, la contessa Elisabetta Guasco Girodi Panissera. Quest’ultima fu protagonista di una curiosa leggenda, legata ai gatti sacri di Birmania. Si dice infatti che nel 1935, la contessa ospitò nel castello la prima coppia di gatti birmani arrivata in Europa, insieme alla loro numerosa progenie. Questi gatti erano considerati tra i più belli del mondo, e avevano una particolare colorazione del pelo e degli occhi.
